Dietro Questa Porta

LA FATA del MONTE COLOMBERA, VAL d'AOSTA

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mab66
view post Posted on 2/3/2013, 15:56




C'era una volta a Réchanté una fata che viveva, con il suo orchetto gobbo, in una delle grotte del vallone.
La fata era splendente di bellezza, ed aveva i capelli d'oro fino.
Un contadino della vallata perdutamente se ne innamorò: non faceva che pensare a lei, e della moglie non gl'importava più.
La fata, lusingata, gl'insegnò il sentiero che portava al suo antro, e lì l'attendeva ogni sera, per trascorrere la notte con lui.
A lungo pianse la sposa abbandonata, nel grande letto vuoto; poi prese a vagare nel buio lungo il torrente di Réchanté, chiamando il marito infedele.
Il lamentoso grido giunse fino alla grotta, e la fata se ne infastidì.
Sciolse il nastro d'oro con cui raccoglieva i capelli, e lo diede all'amante.
"Porta questa cintura in regalo a tua moglie, per consolarla d'averla lasciata: appena se la sarà legata alla vita, tutti i tristi pensieri svaniranno."
L'uomo, tornato a casa, diede alla sposa il nastro della fata.
"Legalo alla vita", le raccomandò.
Ma lei, ben sapendo da chi lo aveva avuto, chiese consiglio a un'anziana comare.
"Prova prima a passarlo intorno a un tronco ", consigliò saggiamente la vecchia.
La donna legò il nastro d'oro intorno a un annoso castagno: e, sull'istante, l'albero si mise a tremar dalle radici, come scosso da un vento furioso; le foglie s'accartocciarono, staccandosi morte dai rami, ed ampie crepe nerastre spaccarono la scorza.
Soltanto allora il contadino capì quale fosse l'intento dell'amante.
"Buon Dio! - esclamò inorridito - Quella strega voleva farmi uccidere mia moglie !".
L'abbracciò forte, per farsi perdonare, e non l'abbandonò mai più.
A Pérloz, ormai, la fata del Colombéra li aveva tutti ostili: sicché decise di abbandonare il rifugio del monte, per cercare un paese dove vivere in pace con il suo orchetto.
Addensò in cielo le nubi, e scatenò un temporale.
Quando le acque del torrente di Réchanté furono gonfie, vi si sedette sopra con il figlio, lasciandosi trasportare dai flutti, giù giù fino al Lys, e poi verso la Dora.
A Pont-Saint-Martin i contadini, assiepati sulle rive, attendevano , con il terrore negli occhi, l'onda devastatrice della piena.
Bella ed altera, la fata del Colombéra li guardava, come dall'alto di un trono; guardava il ponte ormai prossimo, a valle.
"Lo abbatterà, sarà la sua vendetta ", dicevano i paesani.
Ad un tratto una voce si levò dal fragore del torrente:
"Piega il capo, bellezza ! Lasciaci il nostro ponte".
La fata sorrise alla lode. L'ira le cadde dal cuore: e concesse la grazia.
Reclinò la testa, e passò sotto l'arcata, lasciando intatto il ponte.
Giunta alla Dora, incominciò a cantare.
Il canto si perse lontano, nel mormorio dei flutti che ormai scorrevano placidi nel piano.



di J.-J. Christillin
"Légendes et récits recueillis sur les bords du Lys"
Aoste, 1970

Postato in due parti più commento anche nel Blog:

"La Fata del Monte Colombéra"
"La Partenza della Fata del Colombéra"
"Le Signore Spodestate"


Edited by mab66 - 22/10/2015, 20:26
 
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